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Isfahan |
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La città
persiana più ricca di monumenti islamici è senza dubbio Isfahan:
lo Zayandè
Rud Isfahan.
Attraversata dal fiume Zayandè, essa si trova al centro dell'altipiano
iranico e conta circa un milione di abitanti.
A Isfahan il clima è assai gradevole e si mantiene temperato durante
quasi tutto l'anno. Dista da Teheran 414 Km.
Data la sua posizione strategica al centro del Paese, per molto tempo
Isfahan è stata un importante centro commerciale ma il suo momento di
massimo splendore lo conobbe durante il regno dello scià Abbas I
(1578-1629). Cacciati dal Paese i Turchi Ottomani, Abbas il Grande, della
dinastia dei Safavidi, salì al potere nel 1578 con il proposito di
rafforzare l'unità nazionale e decise che Isfahan sarebbe diventata una
grande e bellissima città. I monumenti che furono innalzati sotto la sua
guida sono tra i più splendidi esempi di architettura islamica mai
costruiti e ancora oggi testimoniano il potere e la lungimiranza dello Scià.
La via principale, che attraversa la parte più importante della città da
nord a sud, è il Kheyabun-e Chahar Bagh ('quattro giardini').
La maggior parte dei monumenti e degli alberghi di Isfahan si trova nella
zona adiacente alla Chahar Bagh ed è piacevole passeggiare lungo questo
viale ombreggiato di alberi Al centro della città, oggi come in passato,
si apre la splendida Meidun-e Emam, chiamata a volte anche Meidun-e
Naghsh-e Jahan. Questo enorme spazio aperto, con i suoi 500 metri di
lunghezza e 160 di larghezza, è una delle piazze più grandi del mondo e
rappresenta un maestoso esempio di urbanistica. Realizzata nel 1612,
intorno ad essa si concentrano molti tra i più preziosi monumenti di
Isfahan.
Masjed-e
Emam
Lungo uno dei lati più brevi della Meidun-e Emam, precisamente su quello
meridionale, sorge questa magnifica moschea, che costituisce una della più
imponenti e favolose opere architettoniche mai realizzate in Iran. Tanto
gli esterni che gli interno sono completamente rivestiti dalle piastrelle
di maiolica azzurra che sono diventate uno dei simboli di Isfahan. Sebbene
il portale di ingresso, fiancheggiato da due minareti identici, si affacci
direttamente sulla piazza, l'edificio della moschea è orientato in
direzione della Mecca. Commissionata dallo Scià Abbas il Grande, la
costruzione della moschea richiese 26 anni e fu ultimata nel1638. Il
colore delle piastrelle assume tonalità diverse a seconda delle
condizioni di luce in modo che ad ogni ora del giorno questo capolavoro
dell'arte islamica ci appare con un volto diverso. Attraversato il grande
portale di ingresso. dopo un breve corridoio si accede alla sala che
immette nel cortile interno circondato da quattro iwan (atrii colonnati).
Ciascuno di essi conduce a una sala di preghiera a volta, la più grande
della quali è quella sul lato meridionale.
Kakh-e
Ali Ghapu
Sul lato ovest della Meidun-e Emam
sorge questo palazzo a pianta
quadrata costruito come sede di governo, dal cui enorme padiglione lo scià
e i suoi ospiti erano soliti seguire le parate e le altre manifestazioni
che si svolgevano nella piazza. Purtroppo molti degli affreschi e mosaici
che decoravano gli ambienti interni sono andati distrutti, tuttavia
all'ultimo piano è possibile ammirare i particolari soffitti traforati,
intagliati con le forme degli strumenti musicali, opera che probabilmente
non ha eguali in tutto l'Iran.
Masjed-e
Sheikh Lotfollah
Di fronte al Kakh-e Ali Ghapu, sul lato orientale della Meidun-e Emam, si
trova questa piccola moschea, alquanto singolare perché priva di
minareti. Tale mancanza è dovuta al fatto che in origine lo sceicco
Lotfollah la fece costruire ad uso privato della sua famiglia e quindi non
c'era alcun bisogno di chiamare a raccolta i fedeli. Pur essendo meno
importante della Masjed-e Emam anche questa moschea rappresenta un piccolo
gioiello architettonico, notevole per l'armonia delle proporzioni e la
raffinatezza delle decorazioni. A seconda della luce del giorno, il colore
delle piastrelle che rivestono la cupola varia dal crema al rosa.
Bazar
Per completare il perimetro della piazza, manca il lato breve a nord, sul
quale si apre l'ingresso del Bazar di Isfahan. Il Bazar si estende su di
una superficie molto vasta: come la maggior parte dei bazar iraniani,
anche questo è suddiviso in varie strade collegate tra loro, in ognuna
delle quali si svolge una determinata attività o si di vende un certo
prodotto.
Chehel
Sotun
Dietro il Kakh-e Ali Ghapu si estende un parco che circonda il padiglione
di Chehel Sotun, un edificio destinato ai ricevimenti, fatto costruire
dallo scià Abbasi. Il nome del padiglione significa "Le quaranta
colonne", benché in realtà ce ne siano solo venti: si crede comunemente che le
altre venti si vedono riflesse nella vasca del parco. All'interno della
palazzina si possono ammirare alcuni famosi affreschi.
Hasht
Behesht
Il palazzo e il giardino safavide di Hasht Behesht (degli 'otto
paradisi') si avvistano dal lato orientale della Chahar Bagh Abbasi, ma
l'ingresso si trova lungo il Kheyabun-e Fathiye. Notevoli sono soprattutto
i mosaici e le modanature a stalattite.
I ponti
di Isfahan
Isfahan è famosa per i suoi antichi ponti che attraversano lo Zayandè
Rud. Il Si o Se Pol 'ponte delle 33 arcate, costruito nel 1602, collega i
due tratti della Kheyabun-e Chahar Bagh e, con la sua armoniosa struttura,
è il ponte più conosciuto della città. Il Pol-e Khaju, circa un
chilometro e mezzo più a valle, è un po' più stretto ma ancora più
bello del precedente. Costruito intorno al 1650 per ordine dello scià
Abbas, questo ponte fungeva anche da diga, oltre ad essere un frequentato
luogo di incontro. Ma il più antico dei ponti che attraversano lo Zayandè
Rud si trova fuori città, circa tre chilometri più a valle del Pol-e
Khaju e merita sicuramente una visita, tanto più che la passeggiata per
raggiungerlo è piacevolissima. La costruzione in pietra e mattoni viene
fatta risalire al XII secolo, sebbene la struttura portante sia quella di
un ponte sasanide molto anteriore.
Menar
Jombun
Benché non siano affatto unici, i "minareti oscillanti" di Isfahan sono
probabilmente i più famosi. Salendo la stretta e ripida scala che arriva
in cima ad ognuno di essi e appoggiandosi saldamente al muro, si può
sentire il minareto dondolare avanti e indietro. Il mausoleo sottostante
risale al XIV secolo, ma i due minareti dovrebbero essere di epoca
safavide. I Menar Jombun si trovano circa sette chilometri ad ovest
rispetto al centro della città. Jolfa, il quartiere armeno.
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