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Yazd
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Yazd:
Moschea Jam
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Yazd, 677 km da
Teheran.
Situata a metà strada tra Isfahan e Kerman, questa antica città, fondata
all'epoca della dominazione sasanide, è particolarmente interessante per il
singolare ambiente naturale che la circonda. Infatti Yazd, 230.000 abitanti,
sorge al margine di due deserti: a nord il deserto salato del Dasht-e Kavir e a
sud il deserto sabbioso del Dasht-e Lut.
Situata a 1230 metri di altitudine, l'inverno qui a volte può essere molto
freddo mentre in estate le temperatute sono sempre alte e possono superare i 40°C.
A Yazd si contano ben 12 bazar e diverse bellissime moschee. In passato Yazd fu
un importante centro religioso dello zoroastrismo preislamico e, ancora oggi, in
città esiste una considerevole minoranza di seguaci di Zoroastro, probabilmente
-sono circa 12.000- più di tutti gli zoroastriani del Paese messi insieme.
Yazd è sempre stata un importante centro tessile, rinomato soprattutto per le
sue sete, fiorente già da molto prima che vi giungesse Marco Polo percorrendo
la via della seta verso la fine del XIII secolo. Sui tetti delle case di Yazd si
possono notare i tipici badgir, delle particolari torri di ventilazione
costruite in modo da sfruttare ogni minimo soffio di vento, indirizzando l'aria
verso le stanze interne. Questo sistema di aerazione, molto più salutare dei
moderni impianti di aria condizionata, si rende indispensabile durante le calde
estati.
La maggior parte delle case di Yazd sono costruite in mattoni di fango in modo
che l'intera città assume il colore dell'argilla, tonalità particolare ed
indimenticabile.
Ateshkadè
Quest'importante tempio del fuoco zoroastriano custodisce la fiamma sacra
che, secondo la tradizione, arde ininterrottamente dal 470 a.C. circa. La
fiamma, protetta da una bacheca di vetro, fu trasportata qui nel 1940 dal suo
sito originale e richiama numerosi zoroastriani da tutto il mondo. All'interno
del piccolo tempio vi sono anche alcuni quadri, tra cui uno che raffigura
Zoroastro. Intorno al tempio si estende il quartiere zoroastriano, l'unico
esistente in una città dell'Iran: le donne zoroastriane si riconoscono
facilmente dai caratteristici fazzoletti che portano in testa e dai vestiti
ricamati su sfondo bianco o rosso. Nei dintorni di Yazd esistono numerosi altri
luoghi zoroastriani, il più importante dei quali è il tempio di Chak Chak,
situato 52 km a nord della città.
Maghbarè-yè
Davazdah Emam
La 'tomba dei dodici imam' è una costruzione molto antica risalente agli inizi
dell'XI secolo. All'interno si può ammirare una raffinata iscrizione
selgiuchide che reca i nomi degli imam sciiti, nessuno dei quali però è
sepolto qui. Benchè si tratti di un piccolo edificio polveroso, il mausoleo
rappresenta un esempio ben conservato di architettura del periodo.
Masjed-e Jame'
Al termine di una piccola via prossima al centro dell città, sorge questa
grande e magnifica moschea che risale al XIV secolo, eretta sulla struttura di
un edificio anteriore, probabilmente del XII secolo, che a sua volta era stato
ricavato da un antico tempio del fuoco zoroastriano. Il portale di ingresso,
altissimo e interamente rivestito da piastrelle di maiolica, è fiancheggiato da
due minareti e reca un'iscrizione del XV secolo. Bellissimi sono anche i mosaici
all'interno della cupola.
Abambar-e
Shesh
Badgiri Si tratta di una 'cisterna dell'acqua con sei torri di ventilazione' ed
è possibile vederla poco distante dalla Masjed-e Jame'. Circa 15 km a sud-ovest
di Yazd si trova il sorprendente sito zoroastriano di Dakhmè-ye Zartoshti dove,
in cima a due colline non molto ripide si possono vedere le cosiddettte 'torri
del silenzio'. Qui in passato venivano esposti i morti lasciandoli in balia
degli avvoltoi, affinchè non contaminassero la terra con la loro
decomposizione. Ancora oggi si possono vedere numerosi frammenti di ossa umane.
Ai piedi delle colline vi sono anche alcuni altri edifici zoroastrini
abbandonati, tra cui un pozzo mortuario, due piccoli badgir ed un lavatoio.
L'abitudine zoroastriana di esporre i morti nelle torri del silenzio fu in gran
parte abbandonata una cinquantina di anni fa, circa nello stesso periodo in cui
il fuoco sacro veniva trasferito nel nuovo ateshkadè nel centro di Yazd.
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